Esplendor geométrico – Ultraphoon

Pubblicato da Alessandro Violante il dicembre 8, 2013

R-4977298-1381219518-5071Ci aveva pensato Luigi Russolo quasi un secolo fa: l’intonarumori viene a volte definito come uno, se non il primo, tra i primissimi esempi di musica puramente ritmica generata da apparecchiature “non umane”. Quella che allora era una creazione animata dalla persona fisica diventò pian piano sempre più una entità distante dalla fisicità dell’azione umana fino al momento in cui l’uomo imparò a programmare le macchine allo scopo di far loro eseguire sequenze di elementi sonori e ritmici. Russolo era inserito all’interno di una poetica più ampia, quella dell’avanguardia futurista, che trovò il cantore nel poeta-ideologo Filippo Tommaso Marinetti. Sulla scia di questo pensiero, l’evoluzione tecnica della musica e la concezione positiva e, soprattutto, la speranza riposta nel ruol0 della macchina quale catalizzatrice di novità e benefici sociali, piuttosto che di malefici portarono allo sviluppo di due idee fortemente contrastanti tra di loro, riassunte da Umberto Eco in due “schieramenti”: i cosiddetti Apocalittici e gli Integrati. I primi hanno elaborato un pensiero di opposizione nei confronti dello sviluppo del ruolo sempre maggiore occupato nella vita delle persone dagli strumenti mediatici, demonizzati, basi fondanti di un mondo distopico e orwelliano, mentre i secondi li hanno idolatrati pensandoli, a ragione, come degli strumenti di potenziamento dell’individuo che non può, oggi più che ieri, basare la sua forza unicamente sulla base della propria conformazione umana, dalle limitate possibilità. Questo preambolo ha molti più punti in comune di quanto si possa immaginare con la musica di una particolare realtà iberica che ha direttamente preso in prestito una frase di Marinetti per spiegare concettualmente il proprio ruolo all’interno dei primi sprazzi industriali: Lo splendore geometrico e meccanico e la sensibilità numerica. In questa definizione sono racchiuse le parole chiave alla base di molta della musica industriale e post-industriale e, in particolar modo, le teorizzazioni che daranno luogo allo sviluppo del genere powernoiseEsplendor Geométrico si fa portavoce del messaggio dell’avanguardia futurista da più di trent’anni ed è considerato a ragione come l’act che dà la paternità al genere power noise / rhythmic noise. I concetti vengono espressi in modi del tutto simili ieri come oggi, la costruzione di geometrie meccaniche numericamente perfette, sorrette da beat talvolta più dance-oriented (in senso molto astratto), tal’altra maggiormente lasciati alla forma libera (ma sempre all’interno di paradigmi ritmici ben definiti in 4/4), sulle cui ritmiche si innestano suoni e samples semplici e retrò che portano indietro ad altri tempi e che, come solo i maestri sanno fare, sanno sempre riuscire a stupire, anche nell’apparente ripetizione delle forme stilistiche e compositive. Gli iberici sono portatori del messaggio dello splendore geometrico, puro e semplice, che caratterizza il mondo post-industriale / post-contemporaneo in cui viviamo e dell’esortazione a celebrare tutto quello che ha rappresentato e che rappresenta i perni dello sviluppo meccanico. Nel loro messaggio originario gli Esplendor Geométrico non hanno interesse a digitalizzare il processo produttivo e a spostare le proprie tematiche su lidi cyperspace, lontani e utopici/distopici, al contrario sono degli abilissimi maestri di scuola che continuano ad insegnarci quella lezione che i loro successori non potranno mai dimenticare, e in questa ripetizione incessante garantiscono che il messaggio venga mantenuto nella sua forma originale e diffuso per quello che è. Un messaggio fondamentalmente speranzoso e positivo (?).

Voto: 10

Label: Geometrik

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