Fléau – Fléau

Pubblicato da Alessandro Violante il maggio 18, 2015

fléauDella scena minimalista francese abbiamo spesso parlato, specie in relazione a quanto promosso da label come la coraggiosa Anywave records, includendo anche il suo alter ego Evawyna netlabel, e oggi ci troviamo a parlare della loro ultima scoperta: Fléau è il nuovo progetto del francese Mathieu Mégemont, già in precedenza attivo con le creature AerôflôtYear of no lightVvvV, qui dedito ad un sound fortemente cinematico in cui sono forti gli echi della musica da colonna sonora di matrice horror gotico così come quelli degli altrettanto francesi Justice, specie nel brano più ballabile tra i sette presenti, The rat.

Ad ogni modo, al di fuori di questo episodio parzialmente legato alla storia della musica dance francese, quelli descritti da Mathieu sono sei landscapes in cui l’ascoltatore viene chiamato a chiudere i propri occhi e a viaggiare in territori oscuri e dal sapore retro, così come retro sono i synth analogici, lo strumento che li ha generati.

L’atmosfera goticheggiante di Tombes, che non poche volte rievoca le migliori pellicole di Dario Argento e quelle di John Carpenter, unitamente ad un ritmo incalzante, è uno degli episodi migliori. La parola d’ordine è minimalismo: una ritmica molto diretta e groovy, figlia degli anni ’80, un giro di tastiera ed è fatta: basta poco per ottenere un brano coinvolgente nella sua estrema semplicità. Foi rievoca invece gli organi, portando alla mente riferimenti horror da oscuro cerimoniale. Le medesime caratteristiche ritornano, variandone il mood, anche in brani come Glass cathedral e Blanc profond e, in chiave più ritmata e specialmente nella seconda parte del brano, in Aube.

Se la opener rievoca scenari più tipicamente legati all’horror di stampo mistico e cerimoniale, i brani appena citati inseguono una pista più legata all’horror “alto”, cerebrale e psicologico, diametralmente opposto allo slasher. Niente di efferato, su questi solchi: piuttosto, una musica dal sound anni ’80 intrisa di riferimenti ai film più cerebrali del già citato Argento ma anche a tutta la scuola italiana che fece e che tuttora fa storia. Un esempio su tutti, che accomuna tutti i sette episodi dell’album, è senz’altro Suspiria, non a caso film ispiratore di decine e decine di pellicole a seguire.

Quello di Fléau è un album di musica per un film mai girato, ma facilmente immaginabile. Una cattedrale di vetro in cui la storia è intrisa di metafore più o meno alte e cervellotiche, il tutto permeato da astrazione e mood mistico-gotico. Il debut album di Mathieu è un album composto con strumenti legati al passato ma, tuttavia, a suo modo moderno e fresco, proprio in virtù della novità della ricetta, l’ennesima intelligente declinazione del minimalismo, questa volta ispirato da certo cinema di genere.

Label: Anywave

Voto: 8